La mattina dell' 8 maggio è partito dal Santuario dell'Impruneta un gruppetto di audaci con obiettivo Montesenario.
Dopo la facile discesa, passando da Mezzomonte, S. Gersolè sino alle Cascine del riccio, tra risate e bisognini vari ecco la prima erta salita dell'antico viuzzo dei Catinai, che anche la staffetta in moto ha pensato bene di evitare.
Giunti al Pian dei Giullari il primo ristoro, con scorta d'acqua, in previsione dell'attraversamento del bellissimo centro di Firenze: da via S. Leonardo picchiata sul Ponte Vecchio, con perfetti slalom tra i turisti eccoci alla Piazza S. Giovanni pedonalizzata, per poi portarsi al Santuario mariano della Ss.ma Annunziata, tanto caro ai fiorentini.
Una piccola immancabile dose di scarichi del traffico sino al ponte al Pino, per iniziare la salita della via delle Forbici che ci porta a S. Domenico, dover ci attende il ristoro; spuntano banane, uvetta e tè (e qui ci lascia la befana dell'Isolotto). Ancora dura salita della vecchia via Fiesolana per scollinare sulla Chiesa di Fontelucente, con saluto agli sposi!
Dal Pian del Mugnone seguendo il sentiero umido arriviamo alle Caldine con l'ultimo tratto facile, per attaccare la salita che da S. Andrea a Sveglia, proseguendo per la vecchia Faentina e sullo sterrato del Campolungo ci ha portato con sensibili pendenze, tra poderi e ville, sino alla via della casa al vento per l'ultimo benedetto ristoro. Ancora un abbandono e tra l'incoraggiamento dei pochi tifosi siamo ripartiti per il tratto finale.
Lo spettacolo dei campi di questo bizzarro maggio ed il silenzio della montagna ci hanno dato una sferzata di gioia che ha dato forza al nostro fisico provato dai 25 chilometri già percorsi. Arrivati al bosco secolare, in silenzio per mancanza di fiato, per l'ultimo chilometro sul tratto che sfiora il cimitero dei frati con la pendenza che ti rispedisce quasi indietro fino alla gioia del traguardo dei sogni avverati! Abbracci in attesa delle sacre pastasciutte.
Tra un anno cosa succederà? Aspetto risposte!
Andrea Pampaloni