Fin lassù con il sorriso
La partenza Sabato 13 maggio 2017, da San Miniato a Monte è uno scenario al quale non si fa l'abitudine, lo spettacolo che si apre affacciandosi di fronte alla basilica è qualcosa che rimane negli occhi senza stancare mai. Se poi ci si ferma a pensare che quella terrazza ha visto passare nei secoli persone che hanno segnato la storia del mondo, ci si sente più forti e speranzosi per un futuro che capiamo sempre meno e ci appare incerto.
Proprio questo spirito di fratellanza accomuna i partecipanti amanti della corsa, e dopo il consueto discorso di Andrea Pampaloni, ideatore e organizzatore dell'evento, si parte. Anno dopo anno siamo sempre di più fra corridori, camminatori e accompagnatori, ognuno col suo obiettivo e la sua motivazione.
Dopo il giro nel Parco della Rimembranza e la discesa dall'Erta Canina si entra nel centro di Firenze dalla porta San Miniato, uno dei tratti murari trecenteschi sopravvissuti allo scempio dei pochi anni di Firenze capitale dal 1865 al 1871, nei quali venne demolita e persa per sempre gran parte dell'imponente cinta muraria alla quale avevano lavorato architetti del calibro di Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano e Giotto e negli anni successivi artisti come Michelangelo.
Si attraversa l'Arno da Ponte alle Grazie e, dopo un rapido passaggio dietro al Duomo, arriviamo in Santissima Annunziata che rappresenta la prima tappa per ricompattarsi, e dopo una veloce Ave Maria tutto dritto in via Gino Capponi fino a incrociare il viale Matteotti. Se le antiche mura ci fossero ancora avremmo preso Borgo Pinti per uscire proprio da quella che rappresentava la via principale in direzione Fiesole, la Porta a Pinti, una delle più caratteristiche con la sua tettoia traversa e purtroppo l'unica grande porta demolita dal piano Poggi.
Continuiamo passando sul ponte ferroviario di via Pacinotti, ancora poche centinaia di metri e si comincerà a salire lungo via delle Forbici.
Lasciamo il traffico urlante di Firenze e iniziamo a godere della quiete della collina, l'aria si fa migliore a mitigare in parte la fatica della salita. A San Domenico seconda tappa e primo ristoro. La giornata è favorevole e fa già abbastanza caldo.
Ripartiamo tutti insieme prendendo la via Vecchia Fiesolana, da qui in poi sarà sempre più difficile ricompattarsi e si formeranno gruppetti più o meno veloci, anche se già sappiamo che la Francesca, se vorrà dare un po' sfogo alle gambe, ci svernicerà tutti.
Arrivati poco sotto Fiesole deviamo a sinistra in via Fontelucente che ci riporta giù sulla via Faentina e nel caratteristico sentiero lungo il Mugnone fino ad arrivare alle Caldine, terza tappa per una brevissima sosta.
Prendiamo di petto la sensibile pendenza di via Sant'Andrea a Sveglia e dopo circa un km, giriamo a destra in via Palazzaccio, una strada bianca in mezzo agli ulivi. Il paesaggio intorno è già molto rurale con poche case in pietra immerse nel verde. Ritroviamo l'asfalto per un breve tratto della vecchia Faentina, qui c'è un gruppo di case con una fontana alla quale ci dissetiamo e facciamo sosta ogni anno prima di affrontare l'impervia via Campolungo che ci porterà all'ultimo ristoro all'incrocio con la via Faentina dove qualche anno addietro c'era uno dei cambi della Staffetta "Tre Comuni".
Qualche minuto di sosta poi via per affrontare l'ultimo balzo, il più bello, che girando a sinistra a Vetta le Croci (518 m) ci porterà fino agli 815 m del santuario.
Corriamo ben sapendo che non si vince niente, ma la vittoria è già dentro di noi quando percorrendo il sentiero di Poggio Capanne usciamo dal bosco e si apre la distesa di prati che un tempo dovevano essere campi di grano, quassù il panorama è stupendo e la fatica passa in secondo piano.
Rientriamo in via di Montesenario per un breve tratto di asfalto, quindi si entra a destra nel bosco per passare a fianco dell'antica ghiacciaia, passata la quale dopo pochi metri entriamo nella via Crucis in mezzo agli alti abeti. Qui la pendenza notevole e la stanchezza, consente a pochi di correre ma ormai ci siamo. Arriviamo alla spicciolata tutti soddisfatti, ci affacciamo dalla terrazza che guarda la valle con davanti le tre punte di monte Morello, siamo dall'altra parte rispetto a come lo vedevamo alla partenza. Abbiamo fatto circa 1000 metri di dislivello in 22 km... niente male!
Quest'anno, con il successo di partecipazione, Andrea ci ha comunicato che potrà donare 200 € alla Fondazione Tommasino Bacciotti, quando si dice unire l'utile al dilettevole: fare attività sportiva, godere della bellezza del percorso, il pranzo insieme e perché no... fare anche qualcosa di benefico, sempre con il sorriso.
Lo sport deve unire e la corsa si presta particolarmente a questo scopo. Alla prossima!
A.G.
Gli arrivati sono stati 50! Vai a Foto 2017 per avere una idea della bella giornata; ma come ben sapete si devono vivere di persona le esperienze, per gustare le intime sensazioni provocate da eventi del genere.
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